L'ho sempre detto che correre fa bene, ma se a dirlo sono io, chi vuoi che ci creda?!?!
Se però è il CNR che lo dice, allora:
Si, si, io ci credo, infatti da quando corro, oltre a sentirmi più intelligente, percepisco ed apprezzo molto di più i chilometri macinati.
Domenica si è corso a Tavazzano, dove c'erano ben quattro percorsi tra cui scegliere: 4, 7, 12 e 23 km. Siccome, grazie alla corsa, sono diventato più intelligente, ho deciso di esercitare queste nuove facoltà con una complicata operazione algebrica: la somma, 23 + 7 = 30.
Ebbene ho provato a correre un lungo! Getto dunque la maschera dicendo che sto cercando di puntare alla maratona di milano del 6 aprile...
Pronti?
Via!
Partito con i ragazzi dell'Avis Locate in una bella mattinata fresca e leggermente coperta da un lembo di nebbia, ho cercato di non andare troppo veloce. Volevo rimanere attorno ai 6 minuti al chilometro per mantenere il ritmo maratona, ma i ragazzi tiravano un pò di più...
Anche se Stefano mi ha pazientemente aspettato, non potevo proprio andare alla loro velocità, così dopo qualche chilometro mi son ritrovato da solo a godermi il fantastico percorso lungo la muzza. Terreno erboso e morbido, pianeggiante e senza sassi. Un relax completo.
Anche se Stefano mi ha pazientemente aspettato, non potevo proprio andare alla loro velocità, così dopo qualche chilometro mi son ritrovato da solo a godermi il fantastico percorso lungo la muzza. Terreno erboso e morbido, pianeggiante e senza sassi. Un relax completo.
Corro in solitaria per un pò, finché il buon Stefano mi viene a raccogliere ed insieme ci riuniamo a Renato. La corsa è proprio bella ed i 22/23 chilometri scorrono via che è un piacere.
Giunti all'arrivo saluto velocemente Stefano e riparto subito per gli ultimi sette km. Non mi sono fermato a salutare gli altri anche perché sentivo già le gambe, e soprattutto il ginocchio, lamentarsi. Del resto è il primo vero lungo che corro dalla maratona dell'anno scorso... facendo due conti non serve un cervellone per capire che è passato troppo tempo...
L'ultimo tratto lo faccio con le ridotte inserite, sbaglio pure strada ed arrivo stremato e dolorante a recuperare il premio: la buonissima torta mandorlata.
Insomma, a giudicare da come ne sono uscito, non ho molte speranze di finire sano la maratona, se dovessi farla... ma come dicevano dei saggi: ormai non corriamo più per star bene, ma per star male.
A questo fine, ma realistico, pensiero aggiungo un pò masochisticamente, che è anche la sofferenza ed i sacrifici compiuti che alla fine ci premiano regalandoci un gran benessere, anche se non è fisico ma morale.
Quindi alla fine si corre sempre per star bene :-)
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